Ecco cosa siamo.
(Tutti, ma non tutti lo sanno.)
Io lo so. Dorotea Pace, pure, fortissimo, lo sa. Forse più forte di me (in lei c'è da una dose di fuoco senza pause che in me è (diventato) serena luce tiepida (con pause, o forse solo lunghe dispersioni progressive)).
Eta - Golden Tea |
Sono onorata di poter spiare questa Signorina Rotondità nella mia vita, e intrecciarmi parallela intrecciata a lei. E non-rubo fiera queste sue parole, perché so che in parte poggiavano proprio lì su quella maniglia, o su quelle tapparelle di legno, abbarbicate tra i nostri nastri di discorsi di quelli che alla fine sei proprio felice di non aver preso quel treno e aver dormito a Rijsveik vicino a lei.
Godetevi il respiro troppo forte di Dorotea e, se siete fra coloro che vorrebbero capire meglio come sto io qui nelle mie nuove lande nei Paesi Bassi, be', qui trovate un bel po' di risposte che valgono anche per me, incluso come mai non ne racconto così tanto.
Se volete leggere il suo post Fabulazioni lungo integro incontenibile, voila.
[...] e (non) mi piacerebbe sapere come mai
potrei provare solitudine io se in me stessa – che sono ciò che possiedo
e niente in più – ho tutte le molecole d’aria dell’universo intero che
valga la pena di ingerire e metabolizzare come fossi un grande stomaco
primordiale, eccoci qui, questo è l’orifizio, per aprirlo un palpito è già di troppo
‘ché io sono diventata rotonda, adesso lo so, quando ho cancellato la
linea di confine tracciata spessa tra me stessa e l’universo intero, è
stato come rinascere a vita nuova, per tutto ho provato curiosità per la
prima volta e per la prima volta mi sono sentita incredibilmente vicina
a tutto. Senza un ingombro simile, l’aria dell’universo intero si
riversa contro l’orifizio del mio essere come fossi uno stomaco, non
sempre è generosa a volte picchia duro ma perennemente seduce disarma.
Io ho fame sempre abbastanza di una fame che è come un bambino
recalcitrante collerico impaziente, inspiro espiro con forza e ogni
flusso d’aria che mi percorre scatena lungo l’esofago un canto esultante
che ripercorre fibre muscolose e vasi sanguigni anche i più
insignificanti niente resta impermeabile perché ciascuno di quei flussi
d’aria seduce con una bellezza perturbante, il fracasso delle ossa sotto
le onde d’urto di una grancassa il riverbero lungo la schiena di un
sussurro la metafisica del volo di un aquilone la banalità di una vulva
bianca in mezzo a mille altre frantumate tutto mi incanta e mi esalta
fino all’ebetudine come fosse un prodigio, io stessa sono un prodigio
sono nel posto giusto e nel momento giusto, il mio corpo è il posto
giusto e il momento giusto la sede di un piacere profondo capace di
legittimare l’esistenza dell’universo intero il suo splendore, come sei bello universo intero!
Oh , quanto mi piace essere rotonda che è come essere innamorata, un rigoglio assoluto di soddisfazione e appagamento rinsanguato da un’armonia di ruggiti arroganti di ancora ancora e ancora che non accettano di restare inascoltati.
Oh , quanto mi piace essere rotonda che è come essere innamorata, un rigoglio assoluto di soddisfazione e appagamento rinsanguato da un’armonia di ruggiti arroganti di ancora ancora e ancora che non accettano di restare inascoltati.
Ho vissuto tantissima vita in questi
mesi, ne ho trovata ovunque abbia posato lo sguardo, non tutta bella non
tutta brutta eppure sempre conturbante. A chi mi ha fatto domande, non
ho saputo mai raccontare senza avere l’impressione che le mie parole
fossero troppo poco, mai in grado di restituire neanche le briciole di
tutto quello che stavo provando tanto era intenso e connaturato alla mia
realtà fisica e mentale del momento e dopo giorni passati a domandarmi
perché – io che col racconto ci vado a nozze io che ogni cosa diventa un
racconto mentre ancora sono impegnata a viverla – ho capito di non
possedere una soltanto delle parole adeguate a questo genere di storie.
Il vero dio creatore della mia crisi del fabulare però è stata la sensazione cattiva di perdere squarci e percezioni importanti ad ogni nuovo tentativo smangiucchiato muto cieco di fare della mia vita un racconto, ero ancora troppo nuova nella mia rotondità per accettare con serenità che qualcosa digradasse da me per diventare un po’ meno intima un po’ più condivisa, sarebbe stato come perder forze. Ho smesso di fare della mia vita una storia e non mi è sembrato di commettere un’azione brutta perché nel frattempo semplicemente ho vissuto, tantissima vita.
Un giorno poi mi sono guardata nello specchio e meraviglia! ero un po’ più forte sicura del mio modo di stare nell’universo intero, è successo dopo una caduta laterale dei sentimenti che mi ha sconvolto la rotondità e mi ha trascinata in una condizione di crescente disagio e disorientamento finché non ho riafferrato al volo la giusta corrente del momento per tornare a essere rotondità piena e densa ‘ché dopotutto l’unico rimedio alla vita è la vita stessa e io appartengo a quella specie che le lezioni si imparano dimenticano ricordano vita vivendo, mica una volta fino alla fine dei giorni.
Un altro giorno poi mi sono guardata nello specchio e meraviglia! ho vocalizzato parole nuove come “prodigio” e “piacere” e il loro corpo il loro suono mi sono sembrati come la pioggia che piove all’improvviso quando hai voglia di ballarci sotto.
SicchéIl vero dio creatore della mia crisi del fabulare però è stata la sensazione cattiva di perdere squarci e percezioni importanti ad ogni nuovo tentativo smangiucchiato muto cieco di fare della mia vita un racconto, ero ancora troppo nuova nella mia rotondità per accettare con serenità che qualcosa digradasse da me per diventare un po’ meno intima un po’ più condivisa, sarebbe stato come perder forze. Ho smesso di fare della mia vita una storia e non mi è sembrato di commettere un’azione brutta perché nel frattempo semplicemente ho vissuto, tantissima vita.
Un giorno poi mi sono guardata nello specchio e meraviglia! ero un po’ più forte sicura del mio modo di stare nell’universo intero, è successo dopo una caduta laterale dei sentimenti che mi ha sconvolto la rotondità e mi ha trascinata in una condizione di crescente disagio e disorientamento finché non ho riafferrato al volo la giusta corrente del momento per tornare a essere rotondità piena e densa ‘ché dopotutto l’unico rimedio alla vita è la vita stessa e io appartengo a quella specie che le lezioni si imparano dimenticano ricordano vita vivendo, mica una volta fino alla fine dei giorni.
Un altro giorno poi mi sono guardata nello specchio e meraviglia! ho vocalizzato parole nuove come “prodigio” e “piacere” e il loro corpo il loro suono mi sono sembrati come la pioggia che piove all’improvviso quando hai voglia di ballarci sotto.
"In principio ero metà meno qualcosa ecceteraeccetera"
che è da considerarsi un primo [rinnovato] tentativo verso l’esterno.
PS. Ho provato più volte anche a scarabocchiarla a matita, ma in lei più che in chiunque altro, io proprio non ce la faccio a dare i contorni. Guardacaso, Dorotea è direttrice della fotografia.
Sì, ovviamente è una scusa per occultare la testimonianza del mio fallimento (oh, il mio ritratto non ci somigliava 'na seganulla, per dirla come si deve). Però, sul serio, mettere il contorno (il tratto spesso) a Dorotea Pace è proprio un Crimine che non si può fare.
(Ci proverò la prossima volta)
(Ma mi devo portare i pastelli! Cazzo, poi vi chiedete perché ho le borse pesanti?)
PS. Ho provato più volte anche a scarabocchiarla a matita, ma in lei più che in chiunque altro, io proprio non ce la faccio a dare i contorni. Guardacaso, Dorotea è direttrice della fotografia.
Sì, ovviamente è una scusa per occultare la testimonianza del mio fallimento (oh, il mio ritratto non ci somigliava 'na seganulla, per dirla come si deve). Però, sul serio, mettere il contorno (il tratto spesso) a Dorotea Pace è proprio un Crimine che non si può fare.
(Ci proverò la prossima volta)
(Ma mi devo portare i pastelli! Cazzo, poi vi chiedete perché ho le borse pesanti?)
6 comments:
Ok, è ufficiale. Così mi fai venire le vertigini. <3
Ora vengo lì, ti spupazzo un po' e torno qui. In mutande e triangolo del costume, così come sto. Sarebbe il viaggio day return più ben impiantato fin'ora.
Come dirti grazie? E' bello pensare che in parallelo posso vantare la compagnia di esseri umani come te.
Fortuna che siamo come il vento. Così non sento tanto la mancanza. Un soffio arriva sempre.
A presto. :)
Tesoro, non ho fatto niente, o niente che già non sapessi. Il pezzo forte è il tuo. :)
I'm in love...
With the whole universe? :)
Con tutto quello che avete creato con le parole!!
:)
Uno dei migliori commenti che potessi(mo) ricevere!
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