Il pane arabo tostato,
il miele,
il latte freddo - intero,
il cucchiaio d’acciaio,
la tazzona bianca coi pois blu sul bordo,
i Puffi - la mattina!
E poi l’ombra si ritraeva e il mio albicocco si scaldava al sole, non serviva più la felpa e io e Lampo potevamo uscire in giardino - la mattina, l'estate!
Mi arrampicavo sul ramo a sinistra, poi mi sedevo su quello a destra.
Cercavo di non schiacciare le formiche, nere e brillanti su corteccia brillante.
Brillante l'erba verde sotto.
Brillante l'aria, fresca, pulita - intelligente (quella era aria intelligente).
Il mio cane bianco, con la testa e la macchia focata e il musetto infarinato e a punta, per fendere l’aria più veloce.
Il tartufo nero, gli occhi scuri, sempre concentratissimi, truccati come quelli di un faraone, profondi e colmi di tutto quello che avevo bisogno di conoscere.
Le sue orecchie giganti (pipistrellone!).
Il cranio perfetto, l’addome perfetto, il petto scolpito e pronto, le zampe voraci, snellissimo, perfetto figlio del trionfo della natura, orgoglio da lupo dei ghiacci in miniatura.
(In miniatura lui, in miniatura io)
Come chiudeva gli occhi verso il sole, per annusare il vento nell’erba.
Come, sdraiato, incrociava le zampine anteriori, elegantissimo.
Come scattava atleticissimo, il mio Lampo, appena un suono lo catturava.
Come correva inarrestabile per tutto il giardino, sfrecciando nel suo percorso solcato nella terra del prato.
Come infine si fermava e tornava sotto il mio ramo d’albicocco.
Poi mi veniva voglia di disegnare. Lo chiamavo e, come se tirato da un filo dolce e invisibile, quando chiudevo la porta di casa sapevo che lui era dietro di me; saliva sulla poltrona della sala, io prendevo i fogli.
Queste sono le cose più importanti dell’universo. Sono finite.
Sapevo anche allora che sarebbero finite.
Sapevo perfino quando sarebbero finite.
Sono finite quando sapevo che sarebbero finite.
È disgustoso.
(Quello è il mio primo olio su tela; io avevo quattordici anni, Lampo sette.
Troppe notti, in questi anni, mi sono alzata di colpo dal letto per scrivere questo post.
Ma ogni volta ho pensato che fosse troppo segreto. Che la rete non fosse degna di queste cose. Che non lo fossi io, che avevo smesso di stargli vicino e non saprò mai perdonarmi. Ma ormai il post si è scritto da solo, nonostante tentassi di addormentarmi. Non siate cannibali. È più prezioso di qualunque altra cosa ci sia qui dentro.)