[GONZO ON]
Passo e ripasso il pastello polveroso contro al foglio, sto usando uno dei Conté Pastel sporchissimi che conservo dalla prima elementare (ho saputo da sempre che erano pastelli strani buoni solo per le giuste e rare occasioni, sono stata prudente). La mina friabile che calca contro la carta, pressata dalle mie dita gelide, mi fa tremare le orecchie fortissimo, reggo reggo reggo, poi devo fermarmi, poi continuo, nelle orecchie rimbombombomba questo fregarsi e sfaldarsi della mina friabile, mi fa male, è come uno spazzolino nel condotto uditivo, è autolesionismo, invece no, è che devoglio disegnare, voglio riempire questa tappezzeria epidermica del ritratto che sto finendo... Penso che vorrei scrivere queste sensazioni, ma sono le cinque di notte passate e non è il caso di perdere tempo. Mi ostino a colorare, le orecchie mi esplodono. Capisco che se voglio continuare a usare il pastello in modo buono, non posso distrarmi ripetutamente con questo fastidio del pastello, quindi giro la valvola delle palpebre e le riapro credendo che il fastidio mi piaccia. L'apparente autolesionismo non è necessariamente una perversione, a volte può essere un'ottima strategia di difesa e di adattamento. Così mi evolvo. Ora quel tremore alle orecchie mi piace. Questi esercizi sono importanti. Fanno parte dei miei esercizi di allenamento alla resistenza climatica: il freddo bastardo sono spilli che mi donano iper-sensibilità e tengono sveglia, l'afa appiccicaticcia che mi attacca le cosce è un fattore salato che unisce tutti sensualmente (l'estate è un pogo che dura una stagione, siamo tutti in contatto liquido).
E il sonno che mi rende gli occhi due uova sode nell'acqua bollente è una via per alterare la percezione quotidiana, sono spostata di due ponti verso l'altissimo sottosuolo - comprendo meglio.
Ora che ho soddisfatto la mia grafomania, però, ora che ho impolverato la mia tastiera coi polpastrelli Conté Pastel e ho saccheggiato la mia scorta di energie extra, bene, direi che posso chinarmi di nuovo sulla tavola. C'è molto giallo andato a male, su quel volto. Dermocromie. Quando tiro le cuioia, vi scongiuro, fate della mia pelle un quadro. E magari stampateci sopra qualcosa che potrei ritenere pheeko. Magari la foto di una bambina che ride.
[/GONZO OFF]
Passo e ripasso il pastello polveroso contro al foglio, sto usando uno dei Conté Pastel sporchissimi che conservo dalla prima elementare (ho saputo da sempre che erano pastelli strani buoni solo per le giuste e rare occasioni, sono stata prudente). La mina friabile che calca contro la carta, pressata dalle mie dita gelide, mi fa tremare le orecchie fortissimo, reggo reggo reggo, poi devo fermarmi, poi continuo, nelle orecchie rimbombombomba questo fregarsi e sfaldarsi della mina friabile, mi fa male, è come uno spazzolino nel condotto uditivo, è autolesionismo, invece no, è che devoglio disegnare, voglio riempire questa tappezzeria epidermica del ritratto che sto finendo... Penso che vorrei scrivere queste sensazioni, ma sono le cinque di notte passate e non è il caso di perdere tempo. Mi ostino a colorare, le orecchie mi esplodono. Capisco che se voglio continuare a usare il pastello in modo buono, non posso distrarmi ripetutamente con questo fastidio del pastello, quindi giro la valvola delle palpebre e le riapro credendo che il fastidio mi piaccia. L'apparente autolesionismo non è necessariamente una perversione, a volte può essere un'ottima strategia di difesa e di adattamento. Così mi evolvo. Ora quel tremore alle orecchie mi piace. Questi esercizi sono importanti. Fanno parte dei miei esercizi di allenamento alla resistenza climatica: il freddo bastardo sono spilli che mi donano iper-sensibilità e tengono sveglia, l'afa appiccicaticcia che mi attacca le cosce è un fattore salato che unisce tutti sensualmente (l'estate è un pogo che dura una stagione, siamo tutti in contatto liquido).
E il sonno che mi rende gli occhi due uova sode nell'acqua bollente è una via per alterare la percezione quotidiana, sono spostata di due ponti verso l'altissimo sottosuolo - comprendo meglio.
Ora che ho soddisfatto la mia grafomania, però, ora che ho impolverato la mia tastiera coi polpastrelli Conté Pastel e ho saccheggiato la mia scorta di energie extra, bene, direi che posso chinarmi di nuovo sulla tavola. C'è molto giallo andato a male, su quel volto. Dermocromie. Quando tiro le cuioia, vi scongiuro, fate della mia pelle un quadro. E magari stampateci sopra qualcosa che potrei ritenere pheeko. Magari la foto di una bambina che ride.
[/GONZO OFF]
(Dedicato a McA, dato che i pastelli, stanotte, li sto consumando con in testa il suo nome in loop.
Ci sono quasi, Abi, don't hate me, please.)
Ci sono quasi, Abi, don't hate me, please.)
12 comments:
ce lo farai vedere queso ritratto pastelloso??
Il prima posssibile. ;)
E' che non è solo, fa parte di un quintetto... Il quintetto di cui ti ho già parlato, Sribbi! ;)
GODO.
TI AMO.
I'm suppose to be the writer and You my lovely artist!
don't still my job little butterfly!
:D
molto bello.
Non ho capito esattamente che intendi. Non nel senso che non ho capito la traduzione, ma proprio il significato...
Gh.
A ogni modo: ♥
oggi parlo in inglese, non so perché ad ogni modo, intendevo
in teoria sono io la scrittrice e tu la mia dolce artista, non rubarmi il lavoro farfallina!:D
Allora non avevo capito! XD
(Avevo preso "still" come "ancora"...)
Comunque anche a me è sempre piaciuto scrivere! :P
ho sbagliato a scrivere, rubare si scrive steal, la pronuncia è uguale però
Uh, ma allora non sono totalmente menteccata, ricordavo bene! :)
uiiiiii li voglio vedere oraaaaaaaaaaaaaaaa ;___;
Dopo magari ti mando una mail... ragazza impaziente! ;)
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